AREA DELLA SICUREZZA
Il Corpo di Polizia Penitenzaria
Il Corpo di Polizia Penitenziaria è stato istituito con legge 15 dicembre 1990 n. 395, a seguito della
soppressione del Corpo degli Agenti di custodia e del ruolo delle vigilatrici penitenziarie, come previsto dall’art 2 della
medesima legge.
Organizzato secondo un sistema gerarchico ad ordinamento civile, esso è posto alle dirette dipendenze del Ministero della Giustizia,
Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, istituito con legge 395/1990 in luogo della Direzione Generale degli Istituti di
Prevenzione e di Pena.
La Riforma del 1990 ha attribuito al Corpo di Polizia Penitenziaria oltre ai tradizionali compiti di assicurare l’ordine e la
sicurezza all’interno degli Istituti di pena, anche quello di partecipare alle attività di osservazione e trattamento delle
persone condannate, per l’attuazione del fine costituzionale sancito dall’art 27, 3° comma, oltre che i servizi di traduzione e
di piantonamento di detenuti ed internati ricoverati presso luoghi esterni di cura.
Con la legge di Riforma, l’ampliamento delle funzioni e dei compiti e l’introduzione dei ruoli direttivi si è resa concreta una
nuova prospettiva delle attività e delle funzioni demandate alla Polizia Penitenziaria.
Ai sensi dell’art 57 c.p.p. agli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria è attribuita, in funzione del ruolo di appartenenza,
la qualifica di agenti e ufficiali di Polizia Giudiziaria a competenza generale. Sono attribuite, inoltre, la qualifica di
agente e, agli appartenenti al ruolo dei Commissari, quella di sostituto ufficiale di pubblica sicurezza, concorrendo
all’assolvimento dei compiti di ordine e sicurezza e del servizio di pubblico soccorso ai sensi dell’art 16, Legge 1 aprile
1981 n. 121 e degli artt. 6 e 21 D.L.vo 21.05.2000 n. 146.
Al personale di Polizia sono altresì attribuiti i servizi di Polizia Stradale in relazione ai compiti di istituto, ai sensi
dell’art 12, lett. F bis, Codice della Strada.
L’organizzazione funzionale degli Istituti di pena incardina il Corpo di Polizia Penitenziaria all’interno dell’Area Sicurezza,
a capo della quale è preposto il Comandante del Reparto, un funzionario del Corpo appartenente al ruolo dei Commissari.
Superando la logica dell’emergenza e introducendo nuovi concetti di gestione, presso il Carcere di Bollate, l’Area Sicurezza
attualizza il principio della vigilanza dinamica delineando così il definitivo passaggio da una sorveglianza custodia ad
una sorveglianza conoscenza attraverso la semplificazione, razionalizzazione e qualificazione dei carichi di lavoro,
distinti sulla base dei diversi livelli di competenza e di quelli di titolarità dei processi relativi.
Un metodo operativo che anche se riguarda in primo luogo il personale di Polizia non si riferisce solo ad esso, essendo la
conoscenza derivata dalla circolarità del patrimonio informativo frutto di una collaborazione integrata delle diverse
professionalità che operano all’interno del carcere.
Con la vigilanza dinamica, la logica dei posti di servizio di Polizia è stata definita sulla base degli uomini a disposizione,
configurata mediante la previsione del presidio degli snodi cruciali e con l’organizzazione di una pattuglia in servizio
dinamico di controllo del territorio-carcere.
L’organizzazione delle attività si modula all’interno di un sistema gerarchico suddiviso per competenza e distinto in unità
operative, secondo la previsione contenuta nell’art 33 D.P.R. 15 febbraio 1999 n. 82, a capo delle quali è posto personale
appartenente al ruolo degli Ispettori o dei Sovrintendenti.
Le funzioni di Comandante del Reparto sono svolte dal Commissario Antonino GIACCO.